Il Tantra e le Donne
“Nello shivaismo la donna incarna la potenza, l’uomo la capacità della meraviglia. Numerosi maestri erano e sono ancora donne. Alcune discendenze non si trasmettono che alle donne, e la donna, in quanto adepta, gode di un credito superiore a quello di un uomo dal punto di vista della forza, del coraggio e della profondità della visione. I testi lo dicono chiaramente: ‘Ciò che un tantrika realizza in un anno, un’adepta l’ottiene in un giorno’. Come se tutto in lei si radicasse naturalmente in ciò che costituisce il substrato comune e dimenticato di tutte le grandi religioni antiche. Dai celti ai dravidi della valle dell’Indo, dall’Egitto a Babilonia, il fondo della psiche umana è tutto intessuto della divinità della donna. Le diverse orde barbare (…), non sono mai riuscite a sottomettere questa potenza misteriosa e femminea, vivente ancora oggi nel tantrismo”
(Daniel Odier)
Dunque il Tantra è la Via spirituale che più si avvicina al mondo femminile.
Ed è invece l’unica Via poco frequentata dalle donne.
Le pratiche dello yoga, del buddhismo, tutti gli ambienti in cui si lavora sulla crescita personale sono affollati di donne, che cercano se stesse con grande impegno ed entusiasmo.
Nel Tantra la curiosità e l’interesse sono direttamente proporzionali alla paura…
Paura di che…?
Ricordo di essere entrata nel mondo del Tantra in uno stato confusionale, condizione ottimale per iniziare un percorso del genere, in cui la mente non riusciva a contenere la spinta verso un mondo del tutto sconosciuto ma in cui in qualche modo sapevo che avrei trovato delle risposte importanti. Lo stato di malessere continuo è un ottimo stimolo per la ricerca…
La paura c’era ma la voglia di stare bene urlava più forte.
Dunque conosco quella paura e quel timore.
E, al di là del fatto che il Tantra possa, comunemente ed erroneamente, richiamare una dimensione di sessualità non del tutto in sintonia con ciò che la donna vuole vivere, la resistenza maggiore deriva, secondo me, dal fatto che si abbia la netta sensazione che si vada a “perdere il controllo”.
E la perdita del controllo è qualcosa che spaventa terribilmente le donne.
Ovviamente per una questione di difesa strutturata nei secoli. Come le prede che sviluppano mille sensori per tenere sotto controllo i predatori…
Tuttavia l’abbandono del controllo e il lasciarsi andare è di estrema importanza per le donne. Per ritrovarsi e ritrovare la propria bellezza e il proprio potere. Uscire dalla dimensione di preda, o anche, di conseguenza, da quella di guerriera, e ritrovare la propria energia, liberata dai condizionamenti storici e culturali.
Il Tantra può condurre verso questa liberazione.
A volte è scioccante, spesso è così entusiasmante da commuovere. Molto spesso le donne si commuovono… Nel sentire che dentro di sé comincia finalmente a schiudersi un’anima rimasta prigioniera della paura. Così intrinsecamente legata alla paura da non accorgersene più.
L’aspetto fantastico è proprio la liberazione della donna, il recupero della propria bellezza, del proprio ruolo nel mondo e del proprio potere. Che è di tutt’altro genere da quello che abbiamo sempre creduto…
Ed è il primo passo per l’integrazione col Maschile e il raggiungimento dell’Unità.
Nei numerosi corsi, e negli appuntamenti delle meditazioni di gruppo che ormai conduco da quasi sette anni, ho visto la liberazione e la rinascita di tante donne, e la conseguente gioia di tanti uomini…
Le donne entrano piene di scrupoli, spesso con la certezza, quasi rassegnazione di non riuscire a raggiungere quella pace interiore, specialmente quando si tratta del contatto con l’uomo. Sfiduciate e deluse, spesso mortalmente ferite. E arrabbiate. Entrano nel Tantra come l’ennesimo tentativo, aggravato da una forte diffidenza. Non tutte, ovviamente, ma la maggior parte.
E nel giro di pochissimi incontri, tutto si scioglie… Negli stage le donne entrano con un’espressione e con una postura ed escono totalmente rinnovate, rigenerate e rifiorite. E’ molto entusiasmante la risposta che vedo in loro…
Poste davanti ad un contatto amorevole con l’uomo, nel quale ritrovano finalmente protezione, calore, rispetto e delicatezza, allentano le difese e lasciano uscire la loro bellezza, il loro cuore e la loro sensualità.
Il processo che si sviluppa è quindi una sorta di circolo virtuoso, partito non si sa bene se dall’uno o dall’altra, ma accade. Una magia che rende ogni gesto “sacro”. Quella sacralità che sgorga quando si segue soltanto ciò che si sente, senza depotenziare quell’energia da filtri mentali.
Si sfiora la perdita dell’ego, e in alcuni momenti avviene veramente che ci si dimentichi di tutta la nostra “storia psicologica”, si diventi essenza energetica, e si percepisca l’Unità…
Una volta colta questa dimensione, anche per un solo istante, non si torna più indietro.
Questa è per la donna una Via del ritorno a casa.