Il Tantra e la sessualità
di Francesca Morelli, allieva iscritta alla scuola di formazione.
65. “Senti la tua sostanza: ossa,carne e sangue,satura di essenza cosmica, e conosci la suprema beatitudine” Vijnanabhairava tantra
Il Tantra shivaita kashmiro è la strada della non dualità, la strada del cuore , dell’inclusione, dell’Unione . E’ la strada della comprensione che lo Spirito si manifesta nella materia: attraverso il corpo, i sentimenti, i pensieri, le sensazioni, i respiri.
Ogni azione, ogni gesto può essere la manifestazione del Tutto, se vissuto in presenza, senza il giudizio delle mente raziocinante funzionale alla sopravvivenza; anche il giudizio stesso se riconosciuto come tale apre canali di consapevolezza profonda. Il Tantra è l’unica via spirituale che contempla nella sua ricerca, anche la sessualità e l’unione sessuale. La sessualità è energia creatrice, immaginativa, è un energia grande che se rimane compressa si trasforma in rabbia e malattia, se espressa con amore genera felicità, salute, gratitudine; è fonte inesauribile di piacere, di forza, è un’esperienza meditativa che ci ricongiunge al nostro essere spirituale, per questo nel Tantra si parla di Sessualità Sacra.
E’ una via al femminile, perché il Femminile connette il piacere all’amore; il piacere della donna è esteso in tutto il corpo, misterioso nel suo disvelarsi, nascosto nella sua Yoni , penetrabile eppure se non adorato e compreso, inaccessibile; accompagna il maschile alla scoperta della dimensione Sacra dell’Unione.
Che cos’è che rende Sacra la Sessualità? Innanzitutto la consapevolezza che ogni essere vivente ed anche gli uomini e le donne sono esseri Divini. Ognuno di noi lo è, è costituito degli stessi atomi delle stelle e dell’universo, porta in sé il seme della Conoscenza e della Gioia. Il Tantra che tutto include ci ha tramandato la ritualità che, nel nostro caso soccorre i nostri corpi e le nostre menti maltrattati da millenni di alienazione da se stessi. Il rituale introduce, sostiene e aiuta a vivere l’esperienza della sacralità. Adorniamo lo spazio in cui saremo accolte o in cui accoglieremo con fiori, profumi, luci calde soffuse, cuscini morbidi, colori intensi, immagini che rispecchiano la bellezza , la grazia, la gentilezza e l’amore del donarsi all’altro e del ricevere l’altro. L’ambiente così curato rilassa il cuore, tiene aperti gli occhi, aggrada l’olfatto, manifesta chi siamo. In un contesto simile ogni espressione, sentimento e gesto diventano espressione dell’anima speciale e unica che ognuno di noi è; allora sessualità è sacralità. Abbiamo di fronte Shiva , il Dio danzante, noi siamo Shakti , la Dea generatrice. Ci inchiniamo l’uno di fronte all’altra, riconosciamo noi stesse e l’altro come manifestazione del Divino.
Una donna consapevole della propria sessualità come fonte di amore, di espansione e di presenza apre a se stessa e all’uomo la possibilità di vivere un’ esperienza d’unione estatica e spirituale; un uomo che adora la donna come essere divino potrà aprirsi all’esperienza di un Maschile sacro. Il rispetto e l’ascolto saranno gli ingredienti di un esperienza di Gioia. Ascoltiamo in profondo silenzio quello che accade dentro di noi, respiriamo e vibriamo con il respiro, le mani diventano organi sensitivi e ricettivi,sono guidate dal cuore e dal desiderio , il nostro corpo suona la musica del proprio respiro, lentamente entriamo in uno spazio non spazio dove ciò che accade è la manifestazione di forze d’amore che ci accompagnano sul nostro cammino. Con gli occhi chiusi, la pelle percepisce cosa comunicano le zone sconosciute del nostro corpo che al contatto si riattivano, ricordano quello che è stato registrato e l’emozione qualsiasi essa sia, finalmente trova il suo spazio per esprimersi, sembra dire:”Finalmente ti sei accorta anche di me? Lo senti quanto piacere posso provare ? oppure: “Quanto peso è stato accumulato fino ad oggi? “.
La pelle parla di tutto il vissuto e soprattutto del non vissuto ed emergono le infinite potenzialità tenute strette e nascoste proprio in quel centimetro di pelle magari vicino al coccige, o vicino al plesso solare. Il cuore sintonizza il suo battito col respiro che espande e ritrae ogni organo. Ogni movimento svela lo stato di presenza dell’altro come fosse un libro aperto; è uno scambio profondo, continuo , senza veli , senza ostruzioni di alcun tipo, così’ l’intervento di pensieri bloccanti, di paure che portano in uno stato conflittuale arrivano con la stessa limpidezza del piacere, ma il corpo in questo caso immediatamente si contrae, il tocco della mano da morbido diventa rigido. Tutto è dentro di noi e nel rituale è così chiaro da far quasi paura.
Nelle mani percepiamo il mondo intero, quanto diventa grande la superficie che stai toccando e che si offre a te? Il nostro corpo non è più soltanto corpo, è vita che racchiude amore , è il tempio che custodisce ogni nostro più prezioso talento, ogni nostra più terrificante paura e attraversandoli scopriamo che siamo della stessa materia di Dio, infiniti nei nostri confini. Perdersi sul corpo dell’altro e nel proprio è scoprire la vastità dell’anima che sempre ci accompagna . Lentezza,respiro e presenza sono i tre elementi per scoprire la nostra natura divina. Sessualità sacra è già tutto questo, allora gli organi sessuali non sono più scissi dalla pelle, non c’è più separazione tra un respiro della pancia e uno della yoni ( mi piace chiamarla così, ogni appellativo disprezzante è annullato dall’eleganza di questo suono ); non c’è più differenza tra la mano ed il lingam, entrambi sono il fuoco che attiva e mantiene il piacere.
Solo nell’unione è possibile portare alla massima espansione l’esperienza di esseri integri e cosmici. La natura è perfetta , la complementarità è la chiave per la porta del paradiso: il Maschile che incontra il Femminile! Il maschile che dona la propria energia sessuale, il femminile la riceve restituendola in forma di piacere e d’amore e cosi entrambi vivono una spirale ascendente d’estasi e come si accarezza la “superficie” senza intenzione, in totale presenza e consapevolezza di chi siamo e di cosa desideriamo, nell’ascolto e nell’amore, così possiamo onorare ed esplorare i nostri organi preposti al piacere e quindi a raggiungere lo stato della beatitudine! Nell’unione si perdono i confini eppure si rimane in contatto con la nostra essenza , finito ed infinito diventano un’unica indistinguibile energia.