Le origini del Tantra sono da ricercare geograficamente nei territori della civiltà dell’Indo, che si estende dal Mediterraneo, attraverso l’Asia Minore, fino all’India.
Le due città più importanti dell’epoca, Mohenjo-Daro e Harappa, si svilupparono lungo la Valle dell’Indo, ed erano fiorenti nel 3000 a.C. Ma l’arrivo di popolazioni patriarcali indoeuropee, cambiò le sorti di questi luoghi.
Le città furono distrutte, gli abitanti uccisi o sottomessi, le donne rese schiave. Scomparì così quasi nel nulla una millenaria civiltà evoluta e pacifica.
Il Tantra è una conoscenza antichissima e in realtà la storia delle sue origini si perde nella notte dei tempi.
Ma, ai fini del messaggio di fondo che il Tantra ci trasmette poco importa l’esattezza storica, mentre è importante che venga compreso il messaggio, purtroppo spesso manipolato e frainteso. Il Tantra non è una religione e neanche una filosofia di vita. Il Tantra è una “Via”, un percorso esperienziale che mette in connessione totale col nostro stato di Coscienza. Ovvero con l’Amore che tutti ci unisce in un’unica energia. Il senso di solitudine e abbandono, di separazione dall’altro e di vuoto esistenziale che ci accompagna da quando nasciamo, viene ad affievolirsi man mano che entriamo in queste pratiche amorevoli, per lasciare spazio alla Gioia, alla Pace, a quel fremito vitale che proviamo solo raramente e che spesso facciamo dipendere da una fonte esterna.
Non è semplice entrare in questo tipo di cambiamento di ottica. Siamo paradossalmente educati più al dolore che alla Gioia, più alla repressione energetica che alla libera espressione di noi stessi, e sentire questa possibilità può disorientare e spaventare. Quando si risveglia la Coscienza, è quasi scioccante. Ci si accorge di quante sovrastrutture abbiamo costruito minuziosamente tra la nostra Anima, quello che noi “siamo veramente” e quello che vogliamo invece far vedere di noi stessi.
E l’abbiamo costruito così bene che siamo sicuri di essere proprio così, che abbiamo questo o quel carattere, che la nostra personalità è proprio così… Scoprire di essere stati proprio noi gli artefici di tanta nostra sofferenza può causare un grande sconvolgimento, un disorientamento e una confusione totale. La possibilità di perdersi è una delle insidie di un percorso evolutivo spirituale, dunque non c’è nessuna garanzia di riuscita certa. Ma vale la pena di tentare…
In questo periodo storico c’è una particolare attenzione al Tantra. Spesso, ne viene manipolato il significato, circoscrivendolo ad una impoverita performance sessuale. In realtà la diffusione della Via tantrica riflette il forte bisogno, l’urgenza direi, di autenticità e piena espressione di noi stessi, della nostra vera essenza. Mentre da una parte viene sollecitata l’omologazione, la globalizzazione, dall’altra grida sempre più forte il bisogno di unità, di intimità e di un Amore liberato e universale.
L’Universo cerca sempre l’equilibrio e in questo momento di grandi frammentazioni dell’essere e di separazioni tra i popoli e tra le persone, il Tantra rappresenta una possibilità molto potente.
E’ una Via femminile, ovvero portatrice di un’energia circolare, non lineare, più caotica e interiore, e per questo risulta inusuale, difficilmente comprensibile nell’ immediato. Non si può afferrare con la mente ma si deve far “entrare” attraverso sensazioni corporee.
E’ tutto esperienziale nel Tantra, l’esperienza va vissuta, non va letta né raccontata. Bisogna sentire che un certo risveglio avvenga a livello cellulare, molecolare, energetico. Il corpo è ciò che ci permette di cogliere l’istante, di sentire la Presenza, l’“Io Sono”, ed è in questo senso che viene considerato sacro nel Tantra. Tutte le esperienze tantriche sono fatte di contatto, respiro, colori, profumi, musiche e movimento. Il corpo ritrova la sua dignità e la sua bellezza, l’Anima trova finalmente la giusta dimensione per potersi esprimere